Fiamma Nirenstein Blog

L’Unesco come Arafat: 
vuole cancellare Israele

martedì 1 novembre 2011 Il Giornale 9 commenti

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Il Giornale,
1 novembre 2011


Scelta negazionista per spezzare i legami storici fra gli ebrei e la loro terra: un gesto simbolico gravissimo
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Bene allora è fatta: adesso quando si parlerà del patrocinio dell’Unesco, del suo bollo su un’iniziativa o una dichiarazione, sapremo che non parliamo di cultura, di scienza, di patrimonio culturale dell’umanità, ma di fiction, di Indiana Jones. Questo è il messaggio ricevuto ieri dal riconoscimento della «Palestina» come stato membro dell’Unesco. Ha ricevuto, dopo che la Lega araba aveva dichiarato di sponsorizzare completamente l’iniziativa, 107 voti su 173 paesi votanti, fra cui la Russia, il Brasile, la Cina, l’India, l’Austria, la Francia; 14 contro, fra cui gli Usa, il Canada, la Germania, l’Olanda, la Romania, la Lettonia; 52 astenuti, fra cui l’Italia e l’Inghilterra. Di nuovo l’Europa si è spaccata, e gli Usa che da tempo avevano chiesto all’Unesco di evitare questa mossa adesso ritireranno gran parte dei loro fondi che finanziano per il 20 per cento l’agenzia. Il voto di astensione è probabilmente legato alla scelta di mediare una posizione europea unitaria in vista dell’appuntamento più grosso, quello per il riconoscimento dell’Onu. Ma è difficile credere in qualsiasi mediazione. Le maggioranze automatiche dei paesi islamici con i «non allineati» e gli opportunisti europei daranno sempre ragione a chi ha torto.

È la prima agenzia dell’Onu a riconoscere come membro pieno Abu Mazen. È un gesto simbolico di una pesantezza inaudita dati i precedenti dell’Unesco, che ha dimostrato di essere professionalmente antisraeliana e dato che avviene mentre i palestinesi cercano la scorciatoia di evitare ogni trattativa per la pace. L’Unesco segue di fatto l’impostazione negazionista fondata da Arafat quando proclamò che il Monte del Tempio non era mai stata la sede del famosissimo tempio di Erode, una delle meraviglie del mondo di cui ci sono infinite tracce bibliche e storiche, e che si erge con i suoi reperti archeologici sopravvissuti alla distruzione romana che il mondo arabo seguita a cercare di cancellare. Cancellare l’eredità culturale ebraica in Israele infatti significa cancellarne la legittimità storica a risiedere a casa propria, e Arafat lo capì bene. L’archeologo Barkat ha dichiarato che si tratta di un negazionismo peggiore di quello della Shoah, Bill Clinton intimò a Arafat di smetterla di negare la presenza degli ebrei nella storia di Israele pena la sua uscita dai colloqui di Camp David: ma l’Unesco ha preso la fiaccola e ha lavorato sodo per cancellare i legami fra gli ebrei e la loro terra.

Infatti l’agenzia dell’Onu ha adottato nella sessione di ottobre una proposta araba che dichiara che la cava dei patriarchi (cioè la fortezza di Hevron probabilmente costruita da Erode dove è situata la tomba dei padri d’Israele Abramo Isacco e Giacobbe) e la tomba di Rachele, dove da sempre le donne ebree pregano per la loro fertilità sono «siti palestinesi», come anche la tomba di Giuseppe. Questa presa di posizione si è accompagnata a molte mosse di delegittimazione, come una conferenza su Gerusalemme da cui Israele è stata esclusa. Adesso i palestinesi cercheranno l’affidamento culturale per Betlemme, luogo di nascita di Gesù dove i cristiani, in costante diminuzione, soffrono la dominazione musulmana, e di chissà quanti altri siti cari alla tradizione cristiana e a quella ebraica. Si potrebbe arrivare al Santo Sepolcro. Ora, è provato che quando lo Stato d’Israele prende cura dei siti archeologici, consente a tutte le religioni libertà di accesso e di gestione. Non si conosce un’attitudine simile nei Paesi musulmani, e quel che possano fare i palestinesi fra cui l’influenza di Hamas è potentissima, è ignoto.

L’Autonomia Palestinese ha cercato questo riconoscimento con tutte le sue forze, e mentre Abu Mazen rifiuta in ogni modo di tornare al tavolo della trattativa e piovono missili sul nord d’Israele, riceve tuttavia questo regalo contro ogni spirito di buon senso. A che gioco giochiamo noi europei?

 

UNESCO LIKE ARAFAT: IT WANTS TO ERASE ISRAEL

Il Giornale, November 1 2011

Denialist choice to sever the historical ties between the Jews and their land: a very dangerous symbolic gesture.

Well, it did it; now when we talk about Unesco’s patronage, of its seal on an initiative or on a declaration, we know that we’re not talking about culture, science, cultural heritage but about fiction, about Indiana Jones. This is the message conveyed yesterday by the recognition of «Palestine» as a Unesco member state. After the Arab League stated its full support to this initiative, 107 countries out of 173 voted for, among which Russia, Brasil, China, India, Austria France; 14 against among which the Usa, Canada, Germany, the Netherlands, Romania, Latvia; 52 abstained among which Italy and the U.K.

Again Europe split and the US – that urged Unesco to refrain form this move - will withdraw most of its funds accounting for 20% of the agency’s budget. The abstention vote is probably linked to the attempt to mediate for a unitary position in Europe in view of the major challenge, i.e. the U.N.’s recognition. But it’s difficult to believe in any mediation. The automatic majorities of the Islamic countries, together with the “non-aligned” countries and the European opportunists always agree with those who are wrong.

It is the first U.N. agency to recognize Abu Mazen as a full member. It is a symbolic and unprecedented heavy gesture given Unesco’s professional track record: its anti-isreali attitudes. And this is happening while Palestinians are trying to find a shortcut to avoid any peace negotiation. Unesco is actually following the denialist approach adopted by Arafat who claimed that the Temple Mount was never located on the site of the fabled Herod’s temple, one of the wonders of the world with an infinite number of Biblical and historical traces and many archeological remnants survived after the destruction by the Romans, which the Arab world is still trying to erase. Erasing the Jewish cultural heritage in Israel means erasing its historical legitimacy to live in its native land. And Arafat understood it all too well. The archeologist Barkat stated that this form of denial is even worse than denying the Shoah. Bill Clinton urged Arafat to stop denying the presence of the Jews in the history of Israel, otherwise he would have to leave the Camp David negotiations: but Unesco took the torch and worked very hard to delete the links between the Jews and their native land.

In fact, in the October session, the U.N. agency adopted an Arab proposal which states that the Cave of the Patriarchs ( i.e. the Hevron fortress supposedly built by Herod where the tomb of Israel’s fathers Abraham, Isaac and Jacob is located) and Rachel’s tomb, where Jewish women have always prayed for their fertility are «Palestinian sites» and Joseph’s tomb too. This stance has been accompanied by many deligitimisation moves, like a conference on Jerusalem from which Israel was excluded. And now the Palestinians will try to obtain the cultural heritage site of Bethlehem, where Jesus was born and where the dwindling number of Christians suffers from the Muslim domination. And who knows how many other sites cherished by the Christian and Jewish tradition. Even the Holy Sepulchre. Now, there’s evidence that when the State of Israel takes care of archeological sites, it allows people from all religions to access or manage them. There is no such attitude in Muslim countries and nobody knows what Palestinians may do under the extremely strong influence by Hamas.

The Palestinian Autonomy has tried to obtain this recognition with all its forces. And while Abu Mazen refuses to come back to the negotiating table and missiles are ravaging Northern Israel, it receives this completely senseless gift. What games are we Europeans playing?

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Martin Lings , UK
 martedì 22 novembre 2011  10:37:34

Vedi commento su www.ilcosmopolita.itTemi: Governo mondiale/La questione dell’adesione della Palestina all’Unesco (21/11/2011)



Giovanni Ciraolo , Roma
 venerdì 11 novembre 2011  00:53:28

Gent. Dott.ssa Fiamma, leggo sempre con interesse anche emotivo le sue mails, che trovo differire da una certa cultura occidentale dominante. L'Occidente, in questo periodo storico, cerca di ricostruire un pensiero universale fondato sulla ragione. Lei, invece, sembra cercare la legittimità culturale e politica dell'Occidente, e di Israele che dell'Occidente è il principale rappresentante in ME, attraverso una ricerca dei titoli "originari" all'esistenza, titoli senza i quali ogni azione statuale avrebbe carattere informe, illegittimo. Trovo comprensibile che Lei guardi all'Unesco ed alle sue dinamiche come un esempio meta-politico di alleanza anti-israeliana e potenzialmente antisemita: in effetti l'Unesco è proprio nel sistema delle Nazioni Unite quella organizzazione che esprime i meta-significati della cultura, dell'educazione e della scienza, significati, peraltro, cercati attraverso una convergenza pratica sulle cose da fare che Jacques Maritain indicava nelle prime conferenze dell'Unesco come l'image de marque dell'organizzazione. Inutile accapigliarsi sull'importanza di questa o quella cultura o credo o ideologia: meglio trovare convergenze in un'azione fondata sulle grandi libertà universali e sul pensiero scientifico. Credo di poter dire questo avendo avuto un padre che è stato Rappresentante italiano all'Unesco ed essendo stato io stesso autore diversi anni fa di un opuscolo sulla storia dell'organizzazione: ho conosciuto le fragilità e le ondate di questa realtà, ma anche una sua presenza catalizzatrice che, mi creda, raramente ha carattere unilaterale. Molti progetti dell'Unesco, specie scientifici, continueranno ad essere totalmente finanziati anche dagli USA, come è accaduto (molti lo ignorano) anche nel periodo del ritiro dall'organizzazione. Israele oggi ha un problema nell'Unesco? Israele va considerato come uno Stato laico? Secondo me sì, ma solo se immerso, senza ortodossie, nel crogiuolo delle razze e delle culture.



Ilaria Arri , Rivoli (To), Italy
 giovedì 3 novembre 2011  19:04:16

a che gioco giochiamo, noi europei? e soprattutto sulla pelle di chi? Non si può cancellare un Popolo dalla cultura millenaria. I nostri fratelli maggiori, come osava chiamarli qualcuno, hanno bisogno anche loro di una patria.



Emanuel Ibba , Mastic, NY, USA
 giovedì 3 novembre 2011  15:41:49

Alla fine l' Europa deve unirsi a gli USA per combattere quello che stanno programmando gli Arabi. To all Israel i say to keep on shouting " No more Massada !!!!!!!!!!!



Gianmichele Peano , Italia
 giovedì 3 novembre 2011  12:25:34

Tutto ciò è semplicemente vergognoso, come continua ad esserlo la negazione, da parte di media, politici, religiosi italiani (ma forse altrove è ancora peggio) della realtà mediorientale, con l'incapacità delle democrazie occidentali a vedere l'intollerabile invadenza in campo internazionale delle interpretazioni islamiche (non necessariamente islamiste!) senza rifiutarne le gravissime falsità, non solo ai danni di Israele ma autolesionisticamente del nostro stesso concetto di democrazia, libertà e giustizia.



michele lascaro , matera
 giovedì 3 novembre 2011  12:14:15

Come al solito l'Europa ha dimostrato di non esistere. Ho l'impressione che Sarkozy, Cameron, e, devo dirlo con rammarico, anche Berlusconi, non sappiano il significato di Poitiers, Lepanto, Vienna. A parte queste considerazioni, che hanno il loro valore, gli stessi governanti non hanno una lungimiranza politica, perché anche i bambini sanno che la Palestina vuol far parte dell'Onu, senza contemporaneamente riconoscere lo Stato di Israele. E appartenere all'Unesco è il primo passo.Che pena!



Sandra Nahum , Roma/Italia
 giovedì 3 novembre 2011  09:40:50

Trovo che ciò che ha fatto l'UNESCO nell'ultima sessione, sia una cosa molto grave che compromette la verità e la cultura nel mondo. E' molto vergognoso che il mondo non capisca come con questi presupposti ci stiamo avviando verso l'ignoranza e la totale cancellazione della cultura. Sono davvero preoccupata. Cerchiamo di essere uniti e di continuare a lottare contro l'ignoranza



Daniel G. , Genova Italia
 giovedì 3 novembre 2011  07:39:21

Ebron ? Hevron ? Tomba dei patriarchi ? Moschea ?Ho finito in questi giorni di bere una bottiglia di vino dolcissimo, proprio di quel luogo... l'etichetta era scritta in ebraico e l'unica parola che si riusciva a leggere era proprio Hebron...Qualche furbo mercante aveva poi preso la bottiglia, aveva aggiunto un etichetta adesiva così fatta : al centro l'icona delle nozze di Cana e sopra e sotto l'icona tre scritte, in Inglese, russo, e greco in cui il vino veniva descritto come Il vino delle nozze di Cana...Non si può cancellare la storia : forse solo nasconderla : ma quelle due etichette coprivano un solo vino, dolcissimo e profumato . Sono rimasto sopreso quando ho scoperto, dopo aver rimosso l'etichetta autoadesiva che era di solo 11 gradi...Un vino portafortuna : le nozze desiderate ci sono state... e la bottiglia è finita.Peccato...Daniel



Sergio HaDaR Tezza , Q4H, ISR - S.M., CA, USA
 mercoledì 2 novembre 2011  02:37:37

l'UNESCO è SEMPRE stata PROFONDAMENTE anti-Israele.Infatti, insieme agli USA, Israele ne uscì all'inizio degli anni '80.L'ONU non è meglio: MILIARDI sperperati da maggioranze automaticamente controllate da dittature terzomondiste e satrapie musulmane.Essendo io cittadino USA, voterò per un candidato che proponga di tagliare i finanziamenti anche all'ONU, che gli USA finanziano in percentuali ben più elevate.Perché spendere MILIARDI per finanziare organizzazioni come l'UNRWA che propugna l'eliminazione d'Israele, nega la Shoah e impiega direttamente e indirettamente migliaia di terroristi musulmani?



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